Sindrome danese

Sindrome danese

Le certezze che puntellavano saldamente il nostro quotidiano, solo qualche mese or sono, si sono sfaldate. È stato chiaro come in realtà sia sufficiente davvero poco per rendere vacillante il nostro stile di vita. Adesso, proprio in questi giorni, tutto pare volgere verso un “peggio” che ha condotto i governi a misure rigide, le quali si traducono immediatamente in limitazioni alla libertà di movimento, e non solo, dei cittadini.

Ma non è solo questo ciò di cui ci dovremmo occupare.

Si diceva che il COVID-19 sarebbe stata una sorta di “lezione per l’umanità“, un impulso verso il “cambiamento”.

È proprio di oggi la notizia che la Danimarca si appresta ad “abbattere” (il termine “uccidere” può risultare troppo veritiero) diciassette milioni di visoni per impedire che il corona virus mutato, che ha infettato gli animali, contagi l’uomo.

Il Paese ha una superficie di 43.094 km² (meno di due volte e mezzo il Veneto) e questo ci dice che i visoni in Danimarca sono 394 per kilometro quadrato. Per darvi un’idea, gli esseri umani sono solo 134. Perché in Danimarca abitano meno di 6 milioni di persone e ben 17 milioni di visoni?

È presto detto: l’allevamento di questi animali è un affare d’oro, soprattutto ora che alcuni paesi europei lo hanno vietato.

Cambieremo grazie al virus? Per ora, sembra di no. Sta per arrivare il freddo: quante persone vedrete portare od acquistare abiti con inserti di pelliccia? Provate a spiegare loro che sostenere la violenza non può far bene nemmeno alla loro mente. Ciò che su queste pagine portiamo avanti è l’idea di una donna ed un uomo non nuovi (immagine di cui si è abusato così tanto da renderla inefficace) ma consapevoli.

Individui capaci di investire di etica ogni loro azione senza avvertire alcun “fastidio” (anzi): siamo convinti che un essere umano miope e guidato solo dalla ricerca del piacere non possa fare il bene di nessuno, nemmeno di se stesso.

Da dove questo virus provenga non è a quanto pare dato saperlo ed ormai, francamente, servirebbe davvero a poco. Ciò che conta è essersi accorti che gli allevamenti esistono (non solo di visoni) e sono luoghi di inimmaginabili sofferenze dai quali, oltrettutto, giunge una minaccia costante.

Cosa faremo, oggi, per fare in modo che tutto questo cessi? A volte basta una parola, un consiglio, e l’atto di una persona che conosciamo può mutare. Iniziamo da noi, iniziamo adesso.

La “sindrome danese“, cui assistiamo impotenti, è simile a tante situazioni che si presentano ai nostri occhi: orribili e tristi risultati di una molteplicità di passi sbagliati, uno dopo l’altro, compiuti da una moltitudine di esseri umani in grado di vedere solo fino al confine del loro profitto, schiavi di quella che ritengono essere la direzione verso la loro felicità.

Cambieremo? Serve impegno costante e vigile, da parte di tutti.

(foto di Nathan Van De Graaf)

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