Un’anteprima dal libro

Un’anteprima dal libro

Tra circa una settimana il libro, il cui titolo è “Realtà è ciò che muta”, vedrà la luce, ormai non è più una novità, no? Ecco quindi che, se lo desiderate, potete iniziare a conoscerlo: la primissima parte dell’introduzione viene presentata direttamente qui sotto…

Buona lettura!

______________

Introduzione

Qual è un buon rimedio per le scottature? una crema. 

In farmacia ne hanno sicuramente di buone. Mia nonna usava una mezza patata, forse non serviva a molto, ma almeno era fresca. Poi certe erbe: probabilmente aiuteranno a lenire un po’ il dolore. 

Il rimedio migliore di tutti però è questo, senza ombra di dubbio: evitare le scottature. Grazie! Sembra facile… In fondo, però, si può imparare: certo ascoltando i consigli di chi ci è già passato ma, soprattutto, diventando bravi osservatori e sviluppando buoni riflessi. 

Per la rabbia è più o meno lo stesso: ci sono metodi per provare a stare un po’ meglio, dopo che è successo, ma nulla è davvero risolutivo: il nostro sangue è già pieno di tutte quelle sostanze che ci scivolano dentro non appena la rabbia arriva. Batticuore, ansia, sonno impossibile, divertimento impossibile (non si riesce a guardare nemmeno un film!). Insomma, il modo migliore per affrontare la rabbia è uno soltanto: evitarla. Magari non sempre si può (e non sempre si deve), ma spesso, molto spesso, sì. Come si fa? La risposta è questa: bisogna cambiare.

La buona notizia è che il cambiamento in questione (esattamente ciò che vi proporrà questo libro) non avrà a che fare solo con la rabbia, ma comporterà una serie di quelli che potremmo definire “effetti collaterali” (buoni!): nuove capacità in grado di renderci più felici e più attenti ai nostri pensieri, alle nostre azioni ed alle loro conseguenze. Il Pianeta ed i suoi abitanti ringrazieranno sentitamente. 

È facile immaginare una alternativa, ma diventare l’alternativa è certamente più complesso (ma molto più efficace). Perché non provarci, insieme?

Quello che state tenendo in mano non è un libro comodo. Non è scritto come un manuale e non parla di qualcosa che vi aiuterà senza che voi dobbiate compiere alcuno sforzo. Non è nemmeno indicato in quarta di copertina che avrete risultati in due o tre settimane, anzi, questo testo presuppone un (bellissimo) impegno che potrebbe, auspicabilmente, essere privo di un termine. Un impegno che non vi deve spaventare. Sì perché, siamo sinceri, vi siete stancati delle cose che non funzionano ed è ora di fare sul serio: avete capito che non ha senso passare la vita meno bene di quanto si potrebbe fare. Sarebbe un peccato davvero: di vita avete solo questa. 

Nel corso dei primi capitoli verrete introdotti ad una nuova pratica meditativa, eidosofia, concepita a partire da concetti propri del buddhismo Chan e quindi, considerando l’analisi dei risultati a cui questa conduce, sarà successivamente possibile contemplare se stessi ed il mondo in modo differente, ponendo così le basi per un sistema filosofico completo (il cui nome è filosofia clinica) che possiede anche numerose implicazioni dal punto di vista psicologico.

Questo libro, lo si sarà intuito, si situa nello spazio di confine tra la filosofia e la psicologia, un limite piuttosto labile e conteso, un luogo dal quale possono giungere importanti suggestioni e concetti ed alla luce dei quali è possibile considerare diversamente o nuovamente ampi capitoli della cultura e della natura umane.

Quello che andremo ad intessere sarà un rapporto a due, ed una relazione di questo tipo non può prevedere un indice che riveli anticipatamente i contenuti con troppa precisione: infatti non lo troverete. In più gli argomenti saranno trattati e poi ripetuti, messi da parte e poi ripresi, ogni volta in modo diverso. Come in una danza, balleremo per un po’ con alcune parole, ne incontreremo altre e quindi torneremo dalle prime: saremo cambiati noi e saranno cambiate loro, le vedremo sotto un’altra luce. Non è quindi possibile immaginare una lettura che contempli lo scorrere il testo per capitoli, magari leggendo solo ciò che interessa davvero, ignorando le altre parti. Purtroppo si è assecondata la necessità, e l’autore se ne scusa con il lettore, di scrivere il testo con l’obiettivo di offrire una esperienza il più possibile simile a quella dell’ascolto: proprio come se qualcuno ci stesse parlando e noi lo stessimo ascoltando, sarà richiesto di avere la gentilezza e la pazienza di seguire il discorso nel suo articolarsi, pena il perdere il senso non di ciò che è scritto, ma di ciò che è ben nascosto al di là di questo.

______________

Photo by Chelsea shapouri on Unsplash

4 commenti

Rispondi