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Asperger: armi spuntate per il conflitto dell’assurdo

“La classe è grande, si fa più grande di momento in momento. Sono così piccolo, mi guardo l’unghia del mignolo, è davvero troppo, troppo piccola. Adesso penso solo a questo. La cartella verde di una delle mie compagne è davvero verde e mi rapisce gli occhi e quindi, subito dopo, mi fa sentire a disagio, inadeguato, è come se quel verde rivelasse a tutti che non valgo niente.” “Sono in mezzo agli altri, faccio fatica a guardarli tutti perché sono (…)

Il silenzio nella mente

“Il banco è fatto di legno pressato, me lo hanno insegnato a casa. Non è vero legno, è un insieme di tanti piccoli pezzetti, tenuti insieme con la colla. Sopra ci mettono poi un foglio di un altro materiale, liscio, che a passarci le dita i polpastrelli si inchiodano. Passo l’unghia dell’indice sul bordo: i pezzetti di legno li sento bene, anche senza guardare. Fanno tutti un gran casino. Non c’è nessuno in cattedra. Guardo fuori dalla finestra. Come mi (…)

Futuro anteriore

“Darsela”. Così si chiama, in Veneto, il gioco che consiste nello scappare, per non essere toccati ed appunto “riceverla” dal malcapitato che “ce l’abbia”. Chi viene toccato sarà poi a sua volta colui che dovrà inseguire gli altri, per liberarsene. Sì perché è sufficiente fare questo, beati bimbi, per non “averla più”: passarla ad un altro. Che cosa sia poi, questa “cosa” da cui ci si può liberare ma da cui si può esser segnati, nessuno lo sa. Marco è (…)